Seduzione e seduttività: entrambe hanno aspetti apparentemente simili ma differenti nella loro natura. La seduttività è oggi prepotente e fin troppo esponenziale. Pubblicità, politica, erotismo, tutto concorre a sedurre, nel senso di portare a sé, per catturare interesse rivolgendosi ad un’ampia platea, talvolta nello stesso momento. Essa va in scena lusinghiera per raggiungere un vantaggio ed il più delle volte lascia un retrogusto amaro in chi la subisce, ma anche in chi la esercita, poiché non fa attenzione al reale benessere dell’interlocutore che è relegato ad “oggetto del desiderio”.
La seduzione è invece un coinvolgimento dell’anima, profondo quel tanto che si vuol svelare di sé all’altro e concorre al benessere di entrambi. E’ un modo congenito di muoversi, di porsi a un singolo come ad un gruppo. Una matita tra i capelli, un gesto inconsapevole, una voce delicata corredata da uno sguardo intenso. Sedurre diventa quindi un esercizio del tutto naturale e come tale è rivolto o accolto da un “soggetto del desiderio”.
La seduttività pertanto è la superficie della seduzione, ma è un drappo che ha vita breve. Chi la esercita non ha relazioni soddisfacenti e durature. E’ difficile mantenere a lungo una facciata. Più facile è invece avere esperienze emozionanti e continue, stando accorti a non raggirare se stessi e gli altri.
Certamente non è un errore usare piccole malizie per enfatizzare la nostra sensualità, ma la parola d’ordine è non esagerare. Per non provocare male agli altri ma anche per non oltrepassare la linea in cui ci si scopre narcisisti. Meglio quindi svelarci con graziosa disinvoltura, attingendo alla nostra fragilità, tenendo a mente le parole di Coco Chanel: «una donna è più vicina ad essere nuda quando è ben vestita».
E tu? Raccontaci di vicende di sensualità…Di istrioni lusinghieri o di defilate e garbate fughe…